Fca -26,7% nel 2020, +1,1% a dicembre
Il gruppo Fca ha immatricolato 331.120 auto in Italia nel 2020, il 26,76% in meno del 2019. La quota è pari al 23,97% a fronte del 23,58% (+0,38%). A dicembre la immatricolazioni del gruppo sono state 31.369, in crescita dell’1,11% rispetto allo stesso mese del 2019. La quota è cresciuta del 4,17% dal 22,09% al 26,26%.
Csp, mercato in profondo rosso a livello anni ’70
Chiude “in profondo rosso” il mercato automobilistico nel 2020. “a livello degli anni ’70 del secolo scorso”. Lo sottolinea il Centro Studi Promotor. “Il risultato – spiega – sarebbe stato decisamente peggiore se non vi fosse stato il pacchetto Benamati che, per la seconda metà dell’anno, ha previsto incentivi anche per le auto ad alimentazione tradizionale con emissioni di CO2 non superiori a 110 gr/km. Le prospettive per il 2021 sono legate all’andamento della pandemia, che non sembra lasciare spazio a eccessivo ottimismo”. Il 49% dei concessionari interpellati dal Centro Studi Promotor si attende per il prossimo anno immatricolazioni sui livelli del 2020, mentre gli altri concessionari si dividono equamente tra ottimisti e pessimisti. Il fatturato delle immatricolazioni di auto in Italia, secondo le stime del Csp, ha subito una contrazione di 12,17 miliardi rispetto al 2019, mentre il gettito Iva è calato di 9,97 miliardi. “Un altro anno come il 2020 avrebbe effetti catastrofici. Per evitarlo sarebbe necessario rifinanziare gli incentivi varati per il 2021, che se la pandemia non imporrà nuovi lockdown potrebbero rimanere senza fondi nel primo semestre dell’anno, ma soprattutto – secondo Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor – bisognerebbe adottare provvedimenti di carattere strutturale, come il grande piano varato con il Superbonus 110% per la riqualificazione del patrimonio immobiliare.
Anfia, Unrae e Federauto, guardare avanti per ripartire
“Il 2020 verrà ricordato come drammatico anche per il settore automotive, con un crollo di immatricolazioni spaventoso, 535.000 vetture in meno rispetto al 2019 (-27,9%) e l’intera filiera in ginocchio. Ma occorre guardare avanti con spirito costruttivo per ripartire”. Così Anfia, Unrae e Federauto commentano i dati relativi al mercato italiano. “Archiviamo il 2020 come l’anno più difficile del dopoguerra per il settore – osserva il presidente dell’Anfia, Paolo Scudieri – ma guardiamo al 2021 con fiducia, grazie alle misure entrate in vigore con l’inizio del nuovo anno. Per la prima volta la manovra ha finalmente incluso anche un intervento a supporto della ripresa del mercato dei veicoli commerciali leggeri”. Secondo Adolfo De Stefani Cosentino, presidente di Federauto “i dati di dicembre mostrano la realtà del mercato auto in epoca Covid-19: senza incentivi la propensione agli acquisti si riduce drasticamente, mettendo in crisi una intera filiera. L’Automotive italiano chiude il 2020 con tutti i numeri in rosso: mercato, fatturato, profitti sono tutti espressione di un anno disastroso che, purtroppo ricorderemo a lungo”. “Il Parlamento recepisce, in larga parte, quanto da noi auspicato e riconosce l’importanza degli incentivi pubblici per l’acquisto di autovetture nuove in sostituzione di mezzi fortemente inquinanti. Si tratta di un investimento i cui benefici vanno a vantaggio dell’occupazione, dell’ambiente e di uno dei settori industriali che più contribuisce al Pil del Paese. È un grande risultato per il quale abbiamo lavorato con convinzione, ottenendo l’approvazione unanime del Parlamento. Per noi è un passo avanti, dal quale bisogna partire”, sottolinea il presidente dell’Unrae Michele Crisci.